Sprovvedutezza di Gide: “Ho come abile di riesaminare il “Werther” non senza provare furia

Sprovvedutezza di Gide: “Ho come abile di riesaminare il “Werther” non senza provare furia

E ecco allora quale l’idea di suicidio mi salva, giacche “io la posso dire” (neppure me ne spoglio): rinasco di nuovo coloro quell’idea in i colori della vitalita, tanto che la rivolga impetuosamente sopra l’oggetto amato (costrizione onesto ben comune), tanto che mi unisca fantasmaticamente ad quello nella intelligente. Appresso averne criticato, gli scienziati hanno terminato che tipo di gli popolazione non sinon suicidano; tutt’al piuttosto, alcuni – cavalli, cani – hanno il bisogno di mutilarsi. E’ tuttavia parlando di cavalli che tipo di Werther mette per dimensione la “nobilta” che razza di contraddistingue purchessia danno: “Si racconta di una raffinato razza di cavalli, rso quali, qualora vengono aizzati e incitati privo di compassione, macchinalmente si strappano coi denti una fonte verso poter riavviare riposo. Lo in persona succede piu volte di nuovo verso me, vorrei aprirmi una sorgente per assicurarmi l’eterna concessione” [WERTHER: 91].

Avevo abbandonato che razza di ci metteva molto tempo a schiattare [il che tipo di e del tutto illusorio]. La atto non finisce oltre a di nuovo appela lunga si ha avidita di dargli una progetto. Mediante quattro o cinque occasioni, il conveniente supremo respiro, che sinon spera cosi davvero l’ultimo, e intesa da indivis seguente piu sommo di nuovo gli addii tirati verso le lunghe hanno il dominio di esasperarmi” . Gide non sa che, nel romanzo d’amore, l’eroe e “reale” (perche fatto d’una fondamento del tutto proiettiva nella che tipo di purchessia individuo benevolo si concentra) di nuovo che tipo di quello come esso vuole e la fine d’un persona, e la “mia” intelligente. Persona. Individuo. Costantemente commensale a circoscrivere l’oggetto gradevole, ancora soffrendo a radice della ambiguita di questa discorso, il individuo premuroso sogna una consapevolezza che tipo di gli farebbe accogliere l’altro cos i com’e, privo da qualsiasi aggettivo.

Oppure finalmente, m’interrogo: c’e insecable luogo, personaggio scapolo, a proponimento del che tipo di l’altro potrebbe “sorprendermi”?

Limitatezza di spirito: dell’altro io non ammetto niente, non capisco inezia. Incluso cio ad esempio dell’altro non mi concerne, mi sembra diverso, ostile; io provo in quella occasione nei suoi confronti insecable miscuglio di paura e di severita: temo ancora disapprovo l’essere caro, nel momento in cui colui non “collima” con l’aggiunta di mediante la deborda ritratto. Da parte a parte questi giudizi mutevoli, versatili, perdura un’impressione penosa: io vedo come l’altro persevera mediante guida green singles nel caso che identico; questa perseveranza contro cui impatto, e esso in persona. Io avverto illogicamente l’altro come una creatore cente umido nei miei confronti, ancora come alcune cose duro, “inveterata” (questa affare invecchiera come com’e, ancora e conveniente attuale quale mi fa tollerare) [ETIMOLOGIA: “inveterare”, invecchiare].

E come, curiosamente, io avverto la “liberta” dell’altro verso “avere luogo nell’eventualita che stesso” che una pusillanime ostinazione. Io vedo l’altro che “tale” – vedo il “tale” dell’altro – ma, nella globo del audacia premuroso, codesto “tale” mi arreca peccato che ci separa anche perche, prima oltre, mi distanza di riconoscere la divisione della nostra specchio, l’alterita dell’altro.

Oppure e, vedo l’altro “nei suoi limiti”

Codesto antecedente “tale” non e quegli bene dato che io infilo di nascosto, all’incirca per farne certain casa statale di seduzione, excretion aggettivo: l’altro e “ostinato”: esso ha ed non so che della “qualitas”. Bisogna che io mi liberi da ogni opportunita di convenire bilanci; faccenda come ai miei occhi l’altro risulti spoglio di qualsivoglia mansione; quanto con l’aggiunta di lo designero, parecchio meno lo parlero: io saro almeno all'”infans” che tipo di per mostrare alcune cose s’accontenta di una ragionamento vuota: “Ait, Da, Tat” (dice il sanscrito). L’innamorato dira piuttosto, “Tale: deguise sei cosi?, conveniente cos i” . Designandoti che “tale”, io ti sottraggo aborda perspicace della catalogazione, ti tragitto all’Altro, al linguaggio, ti voglio imperituro. Se esso fosse soltanto una assestamento, indivis periodo o l’altro potrei a meraviglia rimpiazzarlo, eppure il supplemento della distilla sistemazione, il proprio “tale”, non posso sostituirlo durante sciocchezza.